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lunedì 7 dicembre 2009

incontriamoci


Il popolo viola, coscienza civile
A proposito delle dichiarazioni di Feltri, che trovo incivili e inadatte a una persona che vuole farsi passare per giornalista, ora anche noi, giovani che abbiamo riempito la piazza romana il 5 dicembre scorso , diciamo la nostra. Il popolo viola risponde al Giornale pubblicamente e chiede al direttore di porgerci le sue pubbliche scuse a nome di tutte le persone che hanno pacificamente manifestato il 5 dicembre. Siamo ben certi che lei sia a conoscenza di chi sia Spatuzza, egregio direttore, e che sappia benissimo che dichiarare che un “imprecisato” numero di persone di cui non conosce nemmeno l’identità sia amico di un mafioso, è un’affermazione gravissima, soggetta volendo anche a una querela per diffamazione. Forse a lei sfugge il senso della nostra manifestazione, forse era un tantino distratto, egregio direttore, lei di sicuro non era con noi quando abbiamo urlato assieme a Salvatore Borsellino “fuori la mafia dallo Stato”. Forse, direttore, ci confonde con qualche partito politico, che lei è solito attaccare e diffamare. Noi, però, non siamo né un partito né la voce di qualche politico. Il popolo viola è coscienza civile pura, direttore, noi siamo anche la sua coscienza civile. Lei ha offeso anche se stesso. La coscienza civile non può e non deve essere in nessun modo strumentalizzata, né da lei né da nessun altro. Il popolo viola, oggi più che mai si sta facendo sempre più vigile, consapevole, attento, informato su tutto ciò che riguarda la scena politica. Noi siamo oggi coscienza civile che si fa garante e sentinella del rispetto della Costituzione e della democrazia.
Grazie a tutta la redazione e buon lavoro, in piazza avevamo tutti il Fatto Quotidiano!
Paolo Cela

Ok ora che l'informazione c'e dobbiamo continuare a lottare per chiedere le dimissioni di Berlusconi!!! Riuniamoci ogni 1 sabato del mese nelle piazze delle nostre citta' alle ore 14. un rito per continuare a protestare,ora non dobbiamo fermarci!





IL CASO GENCHI

SCANDALI MAI EMERSI

Le mille pagine de “Il caso Genchi. Storia di un uomo in balìa dello Stato”, firmate da Edoardo Montolli, con prefazione di Marco Travaglio, edite da Aliberti e in uscita domani, ricostruiscono un ventennio della storia recente. Le rivelazioni inedite, contenute nell’archivio di Gioacchino Genchi, consulente di molte procure italiane, vanno dalle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio, alla trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato e, seguendo il filo rosso dei tabulati telefonici, si giunge all’inchiesta Why Not, avocata all’ex pm Luigi De Magistris, del quale Genchi, appunto, era consulente. Il suo archivio fu sequestrato dai Ros su mandato del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro: è stato quindi disvelato per esigenze difensive. “Genchi è stato indagato per abuso d’ufficio e violazione della privacy” spiega Montolli. Dal libro, però, emergono lati oscuri proprio su chi ereditò l’inchiesta: dai dati di traffico analizzati, per esempio, emergevano alcune telefonate tra il pm Alfredo Garbati, che prese in mano Why Not, e alcuni tra i principali inquisiti, della stessa Why Not, come l’assessore diessino Nicola Adamo. Tanto che Edoardo Montolli, dopo averli visti, scrive: “L’uomo che coordina le indagini Why Not a Catanzaro è il più vicino di tutti agli indagati”. (a.m.)





Anna Schettini

Cara Laura il mio è un pessimismo cosmico..in questo momento.E già da tempo.
Apprezzo certamente il movimento incalzante di una opinione pubblica che deve diventare insistente e non mollare la presa.
Ma viviamo in una democrazia parlamentere...di cui seppure è rimasta poca cosa..ci si deve organizzare e ci vuole tempo ancora perchè si affaccino sullo scenario della politica forze nuove con idee nuove e di più largo respiro....
Io vagheggio una sinistra che ritrovi questa capacità di andare oltre queste forze avvilite che hanno perso spessore politico, capacità teorica e relativa prassi.
Senza una visione ampia profonda sulla realtà, non si vede orizzonte...questa per me è la tragedia..deve nascere qualcosa di nuovo che ci possa somigliare.... Mostra tutto
Di Pietro Travaglio e quant'altro sono una spina nel fianco certamente in questa morta gora....ma io sento il bisogno di una riconfigurazione a sinistra..ci vuole genio creativo.
Un abbraccio caro.Intanto noi siamo vivi e con la voglia di rilanciare sul presente odioso.