Berlusconi dice che mando' indietro la tessera della P2. Ma solo perche' gli avevano mandato quella di Apprendista....Condividi
Oggi alle 20.52
Silvio Berlusconi: da 20 anni si discute della sua iscrizione alla loggia. Il nome compare nelle liste sequestrate 25 anni fa (il 17 marzo 1981 nella sua villa a Castiglion Fibocchi), che però secondo Gelli erano "un brogliaccio incompleto". Il Cavaliere nega di avere mai chiesto l'ingresso nella P2 : "Mi venne spedita una tessera, la rimandai indietro". Adesso invece l'ex maestro venerabile lo smentisce.
L'iniziazione? "Avvenne nel 1977, nella sede di via Condotti. C'erano anche Roberto Gervaso e il medico Fabrizio Trecca, che era un po' il capofila del raggruppamento riservato agli operatori dei mass media. Lo stesso che riuniva tutti i giornalisti iscritti. Finita l'iniziazione gli consegnammo i guanti, il grembiule e una tessera da Apprendista. Sbagliando: perché doveva essere da Maestro. Berlusconi ce la rimandò indietro e noi gliela cambiammo, allegando una lettera di scuse".
Sul creatore della Fininvest Gelli è prodigo di parole: "Mi impressionò la sua grande intelligenza. Aveva parlato della sua idea di confezionare pacchetti tv anche al direttore generale del ministero dell'Industria, Eugenio Carbone, e a Carlo Pesenti. Il progetto era di acquistare piccole televisioni su tutto il territorio nazionale e poi costruire un network. L'idea era di Berlusconi. Ma l'intento in un primo tempo era di affidare la gestione alla Dc e alla Confindustria".
L'incontro tra i due avvenne su presentazione di Gervaso: "Era un personaggio interessante, per questo gli chiesi di entrare nella P2". Nel celebre e famigerato 'Piano di rinascita nazionale', il progetto di ricostruzione delle istituzioni elaborato dalla loggia, c'era un capitolo per favorire la creazione di città satellite come Milano 2: fu un regalo per il patron dell'Edilnord.
Gelli riconosce: "Le città satellite sono state una trovata di Berlusconi". Ma quello che interessava maggiormente alle manovre della massoneria era la tv, non il mattone: "Per noi era importante rompere il monopolio della tv di Stato per evitare che diventasse ostaggio della politica". E dopo? "Credo di averlo visto un paio di volte. A Roma, mi sembra. Il tempo di una stretta di mano. Mi ha detto: 'Mi spiace di quanto è successo'. Lo stesso che hanno detto gli altri. Naturalmente lui era dispiaciuto anche per le cose che gli sono state attribuite anche a causa della sua iscrizione alla P2".
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