Tra complottismo e sano scetticismo
ore 10:19 -
In questi giorni tutti i mass media parlano, come è giusto che sia, della vicenda di Osama bin Laden e della sua morte. Personalmente, ho affrontato la vicenda con molto scetticismo: per esperienza, ho imparato che le versioni ufficiali sui fatti che contano, hanno sempre una certa percentuale di falsificazione dei fatti stessi. E infatti, anche in questo caso, dall'amministrazione Obama è uscito tutto e il contrario di tutto: Osama è morto combattendo, no era disarmato, ma è stato ucciso perchè non ha alzato le mani, no è stato catturato e poi ucciso (secondo la TV pachistana che riporta dichiarazioni di una delle figlie del capo di Al Qaeda), è stato sepolto in mare, perchè nessuno ne voleva il corpo e così via. Tutte cose che, per un motivo o per l'altro, dimostrano la falsità delle dichiarazioni ufficiali. A questo si aggiungono le foto circolate, anche se la Casa Bianca ha dichiarato più volte che non le avrebbe messe in giro. Anche se poi sono state diffuse le foto dei cadaveri di quelle che dovrebbero essere le sue guardie del corpo, e viene detto che le foto di Obama sono state fatte vedere a parlamentari della maggioranza e dell'opposizione. Quindi i cittadini del mondo dovremmo fidarsi di questa dichiarazione indiretta? Cerchiamo di essere seri.
Anche perchè ci sono dichiarazioni in senso contrario. Gira da anni la notizia di un Osama bin Laden morto nel 2002 in Francia, a causa di una insufficienza renale, e la fonte sarebbero gli stessi servizi segreti francesi. Nel 2007 Benazir Bhutto, allora premier del Pakistan, disse che il capo di Al Qaeda era stato ucciso dagli stessi pakistani, in una operazione guidata dall'allora capo dei servizi segreti pakistani. Ma lo disse perchè lo sapeva per certo o era un tentativo di screditare, davanti ad una popolazione che considera bin Laden un eroe, il vice del suo avversario politico? Ovviamente non possiamo chiederglielo, perchè è morta; e quindi la domanda resta sospesa. Inoltre non è un mistero che Al Qaeda è una organizzazione messa su dalla Cia all'inizio degli anni '80 per combattere l'esercito russo in Afghanistan. Quindi siamo sicuri che sia stato veramente ucciso? Oppure gli hanno semplicemente detto di sparire, e hanno organizzato questa incursione? Insomma, i quesiti sono tanti.
Eppure, in questo come in altri argomenti, sono quesiti non ammessi. Se uno li esplicita, se uno fa notare le evidenti contraddizioni e le evidenti falsificazioni, viene definito un "complottista". Allora dobbiamo berci qualsiasi balla venga raccontata, in maniera acritica, solo perchè le racconta un governo? O meglio, il governo americano, perchè quando le cose vengono raccontate da altri governi, lo scetticismo è ammesso. Anzi, in alcuni casi (Siria ed Iran, per esempio; cioè guarda caso due Stati che da tempo sono nel mirino degli Usa e di Israele) la versione governativa è considerata falsa a priori, sui giornali. Ora, se questo viene fatto dal signor Mario Rossi, è anche normale. Se invece avviene sui giornali, è sbagliato, perchè l'atteggiamento deve esere lo stesso: scetticismo su tutta la linea, unita alla completezza di informazioni. E senza beccarsi accuse di complottismo.
di Antonio Rispoli