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martedì 22 giugno 2010

SONIA ALFANO .........


DI BENNY COLASANZIO



So bene che Sonia Alfano, l'onorevole Sonia Alfano, non ha bisogno di avvocati o difensori che la tutelino da attacchi e diffamazioni. Lei ha le spalle grandi, lo so. Ma arriva un momento in cui tacere fortifica le squadracce nere della deligittimazione, quando il silenzio dei giusti fa più danni delle urla dei vigliacchi. E questo momento ora è arrivato, almeno per me.

Ho conosciuto Sonia quando ancora era una militante temuta da associazioni ed istituzioni. Quando non stava un attimo zitta di fronte a soprusi ed ingiustizie. La capacità di trasformare il suo dolore in rabbia ha forgiato ed educato chi, come me, si affacciava ad un mondo, quello dell'"antimafia", incredibilmente arduo ed individualista.

L'ho sostenuta con orgoglio, e non eravamo in tanti, quando ha accettato la richiesta di Beppe Grillo di candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia con i meet up; l'ho fatto, come altri, preferendola ad una donna e ad un'amica eccezionale come Rita Borsellino. Pochi la conoscevano ma ha portato a casa circa 70 mila voti.

Le ho scritto una lettera quando non era sicura di voler accettare la candidatura alle elezioni europee come indipendente dell'Italia dei Valori. Allora io, Salvatore Borsellino, Gioacchino Genchi e altri amici l'abbiamo "costretta" a candidarsi, perchè lei era la nostra unica speranza, perche la conoscevamo bene, perchè così era come se andasse in Europa ognuno di noi. Ricordo il sostegno avuto da migliaia di persone, su internet, negli incontri in giro per l'Italia, ma soprattutto il grande appoggio di Beppe Grillo, del popolo dei meet up, che dopo le regionali, erano pronti a portarla in Europa.

Poi, d'improvviso, la disgrazia: Sonia viene eletta con una valanga di preferenze al Parlamento Europeo. E qui cominciano i problemi. Lei rimane la stessa, gli altri però cambiano. Le invidie. I colpi bassi. Le vendette. Iniziano i "non mi hai risposto su Facebook, sei come tutti gli altri", i "non mi hai assunto nello staff qundi sei la peggiore". E qui, colui che l'aveva maggiormente sostenuta, Beppe Grillo, inizia a mollarla e a dare contrordini. Ad attaccarla: riferendosi anche a Luigi De Magistris, senza avere idea delle presenze certificate, delle interrogazioni e degli atti prodotti a Bruxelles, Grillo sostiene che i due lestofanti hanno "rubato" i voti ai grillini e poi sono scappati. In sostanza in Europa questi due non fanno nulla, perchè sono sempre in giro in Italia. Naturalmente, dati alla mano, è tutto falso.

Con il senno di poi penso che la spiegazione sia ovvia: per Grillo sostenere una "politica", una "eletta", era controproducente per la sua "linea editoriale", anche se fosse la più bella e frizzante novità in un Parlamento Europeo da anni in monacale tailleur grigio. Non si può essere contro la politica e poi sostenere Sonia, anche a fronte del suo lavoro. Un antipolitico deve esserlo fino in fondo, anche a costo di ammazzare un rapporto di amicizia. E così i "suoi" sono felici.

Nel frattempo seguo quotidianamente il suo lavoro e non riesco a capire come realmente faccia a fare tutto quello che fa e a non esplodere. Metà settimana a Bruxelles, l'altra metà in giro per l'Italia per conferenze e incontri e un giorno su sette a casa con la famiglia. Lavora a progetti europei, lavora in commissione, esporta in Europa (ed è l'unica) le vergogne italiane per porle sul tavolo internazionale. Ogni tanto finisce in ospedale per palpitazioni, abbassamenti di pressione e altri indici di "iperattività sociale". Ma non lo racconta ai giornali. E viene attaccata. Da destra, certo, ma anche dal Pd, che in Europa è più evanescente che in Italia, affidato ad un David Sassoli che ha il peso politico dell'anima: 21 grammi.

Viene attaccata soprattutto dai "nostri". E subisce quello che altri San Sebastiani come Giulio Cavalli, ad esempio, subiranno qualche mese dopo: l'annullamento della persona per "eccessivi meriti politici". Il funzionamento è semplice: prima ti faccio eleggere, dunque diventi politico per realizzare il programma che abbiamo fatto insieme. Ma ora sei un politico, ergo non puoi più far parte della società civile. Non importa che tu in Europa stia facendo un lavoro che nessun italiano è mai stato capace di fare, non importa che tu non abbia tessere di partito: tu sei un politico, alla pari di Gasparri, Mastella e Borghezio.

Un vortice di astio che porta addirittura il sempre attento Grillo a commettere un'imperdonabile leggerezza nei confronti di Sonia: dal suo blog l'attacca per non aver "difeso" la Nutella, per aver con il suo voto affosato l'emendamento che avrebbe esonerato la Ferrero dall'essere veritiera nelle sue pubblicità. Lei non si piega alle pressione delle lobby e Grillo si unisce a Castelli e Libero, come riporta un ottimo articolo su Peacelink: “Al bando la Nutella” (Libero), “I traditori della Nutella” (Il Riformista), “Nutella amara” (Beppe Grillo), “Giù le mani dalla Nutella” (l’ex ministro Castelli). Già il fatto di pensarla come Libero avrebbe dovuto indurlo a seria riflessione, ma ormai la missione va portata a termine.

Ora basta. E' arrivato il momento di iniziare a tutelare chi ce la sta mettendo tutta per onorare il mandato che gli elettori le hanno conferito. Io non ci sto ad assistere immobile alla flagellazione di un'amica che sta pagando per la propria indipendenza non solo dai partiti ma anche dalle associazioni. Non lo faccio per amicizia, ma per stima, che è diverso. Non lo faccio per solidarietà a Sonia, ma per interesse personale: voglio che continui a lavorare in Europa così come sta facendo, e che non molli esasperata dagli attacchi e dagli amici che aspettano che si giri un attimo per pugnalarla su un blog, senza diritto di replica.